il fallimento saperlo affrontare e la chiave per il successo

Pubblicato il: 18/08/2022

Categoria: mindfulness

Ognuno di noi ha delle paure, abbiamo paura di cose diverse, ma ciò non significa che queste paure debbano prendere il controllo delle nostre vite.

Le paure sono essenzialmente preoccupazioni per un futuro che non sappiamo nemmeno se esiste, la mindfulness insegna a rimanere nel qui e ora senza giudicare ciò che accade ed evitando così di proiettare paure ed aspettative in un tempo che non siamo sicuri nemmeno ci possa essere.

La paura più comune è la paura del fallimento.

Tutti temiamo di non essere abbastanza bravi… per avviare una nuova attività, per seguire un corso, per intraprendere una relazione, per mantenere una relazione, per parlare in pubblico, per vivere da soli e chi più ne ha più ne metta.

Questa paura impedisce di dare il meglio, di impegnarsi perché poi, se non funziona, si cade nel baratro.

Non è il fallimento, ma la reazione ad esso che determina dove finiremo.

La paura del fallimento può limitarci. D'altra parte, imparare a gestirlo bene può aumentare le nostre possibilità di successo nel futuro.

Il fallimento e quindi la nostra capacità di affrontarlo è un'abilità davvero cruciale nella vita. Tuttavia, la nostra società non ci “programma” per gestire bene gli stop.

 

Perché la nostra società non tollera il fallimento

 

È indubbio che la cultura Europea e Italiana soprattutto, non tollera proprio il fallimento.
La struttura di base della nostra società è improntata a creare un clima di paura piuttosto che di coraggio.

foto per sitoLe ragioni sono da ricercarsi principalmente in due macrosettori: la chiesa e la legislazione.

La cultura cristiana aborra il fallimento. Se pecchi vai all’inferno, persino Papa Francesco ha ammesso che il cristiano è propenso a cedere al fallimento, riportando esempi dalla Bibbia che avvalorano questa posizione.

Per la legislazione italiana (che si attiene a leggi modificate nei tempi e che risalgono all’epoca medievale) quando un imprenditore fallisce è perché ha agito in maniera fraudolenta ergo è punibile per legge con sanzioni, penali e la cancellazione dell’azienda fallita dal mercato imprenditoriale. Tant’è che per il GEM l’indice di attivazione imprenditoriale italiano è tra i più bassi d’Europa: “Malgrado tale ripresa [del biennio precedente] il livello dell’attività imprenditoriale rimane nel nostro paese strutturalmente basso rispetto a quanto osservato negli altri paesi industrializzati. Il basso livello di attivazione imprenditoriale è ancora più rilevante nella popolazione femminile.”

Questa logica impietosa fa riversare l’azione del fallire, a livello personale, sulla persona.

Quindi se fallisci diventi imprescindibilmente un fallito, con tutte le accezioni negative che questo termine si porta appresso.

Una lettera scarlatta incollata a vita sulla schiena, che propagherà la nomea di fallito in tutti gli ambiti della tua vita: lavorativo, sociale, famigliare, economico… condizionando inevitabilmente ogni tipo di relazione.

Anche il sistema scolastico ha adottato questa visione rendendo davvero problematico il rapporto degli studenti con il fallimento di un esame, di una prova, di un compito tant’è che il numero di suicidi tra gli studenti negli ultimi anni è molto aumentato.

Il peso delle aspettative diventa così pesante da diventare insopportabile.

Il fallimento nella cultura americana

Diversa è la posizione nordamericana rispetto al tema del fallimento.

Il rapporto con il fallimento è completamente diverso.

Fallire non solo è accettabile ma auspicabile!

Dopotutto, se ci pensiamo, la storia è piena di esempi di uomini e donne che hanno raggiunto il successo professionale o personale dopo aver conseguito degli importanti fallimenti.

josephine-cochrane-inventrice-della-lavastoviglieInfatti, pensiamoci se Thomas Edison avesse creduto nel fallimento, vivremmo ancora nell'oscurità, e se Henry Ford si fosse arreso, andremmo forse ancora a cavallo (questo forse non sarebbe un male), se Josephine Cochrane fosse rimasta al suo posto a fine ‘800 non avremmo la lavastoviglie.

Fallire nella cultura italiana è sinonimo di vergogna, negli Stati Uniti invece è sinonimo di resilienza.

Tutti i “grandi” del nostro tempo hanno capito che ogni fallimento riscontrato ti porta un passo più vicino al successo e che questa è una parte naturale del processo di apprendimento dai nostri errori che è una cosa davvero inestimabile ed è qualcosa a cui dobbiamo correre incontro, non cercare di evitare a tutti i costi.

Il fallimento nella cultura americana viene persino apprezzato!

Sostanzialmente, hanno ragione. Il fallimento è solo un feedback: ti sta semplicemente mostrando cosa non funziona in modo da poter scoprire cosa può funzionare.

È necessario e non può essere evitato anche se ovviamente non va ricercato a tutti i costi.

“Non ho fallito. Ho appena trovato 10.000 modi che non funzioneranno".

(Tomas Edison)

 

Il fallimento è solo qualcosa che accade: non sei tu

 

foto per sitoPensa a quando si era bambini. Quando abbiamo provato a camminare per la prima volta e siamo caduti, non abbiamo detto immediatamente: "Ok, ovviamente non sono il tipo di persona che può camminare".

Ci siamo semplicemente risollevati e abbiamo continuato a provare finché non abbiamo capito come si camminava.
Sfortunatamente, andando avanti con l’età, finiamo per prendere sul personale il fallimento, come se riguardasse noi in prima persona, chi siamo.

Niente di più sbagliato: è solo quello che succede lungo il nostro percorso, lungo la strada che ci porta a qualcosa di più grande.

 

Ogni fallimento può renderti più forte e più saggio”, questa espressione che sentiamo spesso è concreta e reale, ma funziona solo se accettiamo di comprendere che siamo in parte responsabili delle nostre sconfitte. Dando la colpa a qualcuno o qualcosa di esterno, si eviterà di apprendere lezioni importanti che servono alla propria crescita personale.

Tony Robbins dice: non ci sono fallimenti, solo risultati.

"Ecco cosa abbiamo provato ed ecco il risultato che abbiamo ottenuto. Per ottenere un risultato diverso, dobbiamo provare ad affrontarlo in un modo diverso. Fine della storia."

 

5 motivi per è importante fallire prima di avere successo

 

1.Il fallimento rende migliori.

Il fallimento è uno di quei mali necessari nella vita: qualcosa che ferisce, ma spinge a essere migliori. Quando si sbaglia, all'improvviso vengono alla mente anche tutti i modi in cui si può migliorare.
Riuscire a trovare un modo per arrivare al successo attraverso, se accade, il fallimento è importante perché così facendo ci si apre a nuove idee e a nuove soluzioni per gli stessi vecchi problemi.
All'inizio può essere difficile far fronte ad un insuccesso, ma alla fine quell’errore dimostrerà semplicemente quanto margine di miglioramento possiamo avere e farà lavorare ancora di più per arrivare dove si vuole arrivare.

 

2.Il fallimento rende più forti.

La resilienza è un concetto difficile da attuare nel mondo moderno, è molto più presente in chi si prende dei rischi consapevole della possibilità di fallire.

Più si passa attraverso piccoli o grandi fallimenti (a scuola, al liceo, all’università, nella carriera lavorativa, nella vita privata), più si accumulano strumenti utili per superare le delusioni in futuro.
Il detto "Sbagliando s'impara" è attualissimo in questo contesto.

foto per sito

3.Il fallimento costringe a trovare i propri talenti.

Dopo ogni fallimento arriva il momento di mettersi alla prova.
Gli intoppi diventano più facili da affrontare perché grazie alle difficoltà pregresse, si possono sviluppare nuovi talenti che rendono possibile il raggiungimento dell'obiettivo.
Potrebbe essere impegnativo, ma il duro lavoro rende solo l'esecuzione del compito molto più gratificante.

 

4.Il fallimento mette in luce qualità migliori.

Riuscire ad essere equilibrati e sereni durante le difficoltà, non solo ci regala una qualità di vita migliore ma ci mette sotto una luce diversa agli occhi delle altre persone che iniziano a guardarci con ammirazione.
Potrebbe anche succedere che si diventi un modello di riferimento e d’ispirazione per gli altri.

 

5.Il fallimento porta al successo.

Superato ogni fallimento, si diventa migliori, più forti, capaci e ricchi di qualità eccezionali che aumenteranno la leadership portando verso il successo.
Le abilità acquisite superando ogni stop diventeranno le caratteristiche necessarie per prosperare in qualunque posizione ci si trovi.

 

foto per sitoRiuscire a pensare al fallimento come a un punto di partenza per cose più grandi e migliori, invece che a un punto d’arresto, rende illimitate le possibilità di ciò che può essere realizzato nel corso della propria carriera e della propria vita.

“Ho sbagliato più di 9000 tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. Ventisei volte mi è stato affidato il tiro vincente e l'ho mancato. Ho fallito più e più e più volte nella mia vita. Ed è per questo che ci riesco”.
Michele Giordano (basket)

 

La svolta italiana

Fortunatamente anche in Italia negli ultimi anni, ci si comincia ad approcciare in modo diverso al fallimento grazie anche al lavoro di Francesca Corrado autrice del manuale “Il fallimento è rivoluzione” e fondatrice della Scuola di fallimento.

La Scuola del Fallimento  attraverso corsi, eventi e percorsi in aziende e scuole invita a coltivare “una sana cultura dell’errore”.

Scrive Francesca “le vittorie e i successi sono senza dubbio più inebrianti delle cadute e delle sconfitte, ma gli errori e le sconfitte sono parte integrante della nostra esperienza di vita e possono insegnarci qualcosa di più rispetto alle situazioni apparentemente lineari e senza intralci.”


Fallire è un’opportunità ma non è comunque una cosa a cui ambire.

È però necessaria una preparazione emotiva e caratteriale di fondo per affrontare l’insuccesso qualora questo si presenti nella nostra vita.

Proprio per questo, per essere in grado di avere questa visione in positivo, è necessario un lavoro su sé stessi basato sulla consapevolezza affinché il fallimento non venga più percepito come una sconfitta ma come una lezione per avere successo, mai come un ostacolo, ma piuttosto come un'opportunità per andare avanti e migliorare se stessi e la propria vita.

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"Non si è ciò che si è per quello che si scrive, ma per quello che si è letto.”
J.L. BORGES

Scrivere è una passione. Ho sempre scritto da che ho memoria, poesie, temi e canzoni quando ero piccola e poi i copioni per il teatro e poi i racconti nel mio primo blog e i pensieri su Facebook... non smetto mai. Scrivo anche quando fisicamente non lo faccio.

Scrivere è terapeutico, è sviscerare i tuoi pensieri più profondi, dargli vita vestendoli di parole e sperare di regalare emozioni a chi poi li leggerà.

Che se poi fosse un sorriso, sarebbe il più grande successo a cui aspirare!